Molto spesso accade che le innovazioni attuali non sono altro che il frutto dello sviluppo di vecchie tecnologie. La cavitazione, infatti, è un fenomeno fisico, individuato già nel lontano 1893 da Normand, che si realizza quando, a causa del movimento, la pressione nel liquido diviene inferiore alla sua tensione di vapore. In pratica, grazie ad una spinta ultrasonora a basso livello, si creano delle microbolle di vapore all’interno di una sostanza che, caricandosi di energia, aumentano di volume fino ad esplodere e scomparire.
Questa tecnica nasce principalmente nel settore della meccanica negli anni ’60 e, successivamente viene impiegata in medicina, ma solo recentemente, grazie alla possibilità di disgregare le cellule adipose depositate nei tessuti, riducendone così il volume, la cavitazione è entrata a far parte delle tecnologie utilizzate per i trattamenti estetici. Chiamata anche “liposuzione senza bisturi”, per la capacità di sciogliere i noduli cellulitici e ridurre il tessuto adiposo senza dover ricorrere alla chirugia più invasiva, oggi è una delle più innovative tecnologie più utilizzate nel settore dell’estetica.
Simile alla liposuzione per quanto riguarda lo scopo , ovvero ridurre i depositi di grasso localizzati, si dinstingue però da quest’ultima poichè è poco invasiva: non viene impiegato il bisturi nè effettuati tagli o lesioni, per cui, è un trattamento che non richiede ricovero nè anestesia. Infatti, si tratta di un procedimento indolore che consente di riprendere le attività quotidiane immediatamente dopo il trattamento. Inoltre, uno dei punti di forza della cavitazione è la capacità di inibire la riproduzione delle cellule grasse anche dopo l’intervento.
La tecnologia alla base della cavitazione, nel campo della medicina, è oggetto di studio e di ricerche ben da 5 anni e ciò ha permesso di arrivare, man mano, ad un affinamento della tecnologia. Nella pratica, un trattamento di cavitazione viene effettuata grazie ad un’ apposita strumentazione: un apparecchio formato da un generatore di corrente alternata e dotato di un manipolo al quarzo che, dopo aver convertito l’energia elettrica in vibrazioni acustiche, viene fatto scorrere sulla cute laddove vi è un deposito adiposo localizzato.
Gli ultrasuoni, onde con frequenza di 16-20 KHz per cui impercettibili dall’orecchio umano, vengono assorbiti cos dai tessuti e colpendo gli adipociti questi vengono emulsionati in tempi relativamente brevi, sciogliendo così il grasso localizzato.Con questo procedimento, le cellule adipose vengono bersagliate dagli ultrasuoni e liberano i lipidi mettendoli in circolo nell’organismo che, grazie al fegato ed al rene, riesce a metabolizzarli e a smaltirli successivamente.
Il risultato dellla cavitazione è un progressivo rimodellamento della superficie corporea ed un miglioramento in generale della silouhette dovuto alla riduzione del pannicolo adiposo. Inoltre, anche in base alla tipologia ed all’ elasticità della pelle è possibile ottenere una riduzione dell’anti-estetica buccia d’arancia, tipica della cellulite, e avere così una cute con un aspetto migliore. Inoltre, si beneficia anche della riattivazione della circolazione periferica distrettuale e di drenaggio dei liquidi di ristagno. Dopo il trattamento, si piò notare la comparsa di un lieve edema nella parte trattata a causa dell’azione lipoclasica, ovvero della disgregazione del tessuto adiposo.
In generale, il trattamento di cavitazione prevede circa 10 sedute, con una frequenza di due volte alla settimana, ma ovviamente tale schema varia in base alla tipologia di problema ed alle esigenze del cliente. L’importante, però, è affidarsi ad un centro qualificato e competente, poichè pur non essendo una pratica invasiva, si tratta comunque di un trattamento che se non eseguito correttamente da personale esperto può innescare alcuni problemi di salute oltre che generare inestetismi.
[Fonte: Benessere.com, Cavitazionestetica.it ]
alla sua tensione di vapore. Le cavità